Un evento eccezionale ospitato dall’Ambasciata della Repubblica di Moldova in Italia

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Il 26 marzo 2023, in occasione del 135° anniversario della nascita del grande poeta e sacerdote Alexei Mateevici, moldavi e rumeni si sono riuniti per commemorare questo “Apostolo della lingua romena”, precursore dell’Unione della Bessarabia con la Romania attraverso il voto del 27 marzo 1918.

Il ruolo di Alexei Mateevici come pioniere nella lotta all’impedimento alla scomparsa della lingua rumena dalla Moldavia e il suo status di rappresentante dell’intellettuale della Bessarabia è stato sottolineato nell’introduzione dell’ambasciatore della Repubblica di Moldova.

In questa occasione è stato presentato anche il volume di poesie “Rouă în altar/ Rugiada nell’altare” dello scrittore Ioan Găină, tradotto in italiano da Liuba Marian-Croitoru, filologa e traduttrice già nota in Italia.

Sua Eccellenza, l’ambasciatore Anatol Urecheanu ha inaugurato l’evento con la benedizione del sacerdote Pavel Hâncu che ha ricordato l’importanza nel commemorare Alexei Mateevici anche attraverso la propria omelia dopo il servizio liturgico.

L’ambasciatore Anatol Urecheanu ha salutato il pubblico presente in sala e ha dato la parola all’Ambasciata di Romania a Roma, a nome dell’ambasciatrice Gabriela Dancău tramite la Delegata di sua Eccelenza, Sig.ra Corina Lefter, Prima Segretaria presso l’Ambasciata di Romania a Roma.

In questo contesto, il l’ambasciatore Anatol Urecheanu ha voluto precisare che le due ambasciate hanno collaborato a vari eventi, l’ambasciata romena rimanendo su una linea diplomatica, senza mai imporre questa collaborazione.

È stato sottolineato che l’idea di questo evento appartiene a Tatiana Ciobanu, vicepresidentessa del Cenacolo di Roma e di Liuba Marian-Croitoru, la traduttrice del volume presentato in questa occasione.

La moderatrice dell’evento, Tatiana Ciobanu, ha definito questo evento contenente di “proteine ​​quasi storiche” e ha ricordato quanto diceva San Porfirio che “tutto viene dall’eros divino”.

Il pubblico è stato invitato a partecipare all’incursione storico-letteraria attraverso l’intervento particolarmente dettagliato di Eugenia Bojoga, docente presso la Facoltà di Lettere dell’Università Babeș-Bolyai di Cluj.

“Siamo tutti ambasciatori della lingua romena qui, a Roma” ha detto la Prof.ssa Eugenia Bojoga in apertura del suo intervento.

“Ai tempi di Mateevici, la lingua rumena era un sintagma pericoloso” dice E. Bojoga, mostrando come tutti i dettagli delle situazioni che si svolgevano in quel periodo portassero chiaramente alla conclusione dell’assassinio del giovane patriota Alexei Mateevici, a soli 29 anni.

Ha anche sottolineato l’enorme ruolo che gli intellettuali della Bessarabia hanno avuto nella lotta per il mantenimento della lingua rumena come lingua parlata in Moldavia.

La poesia “La nostra lingua” che è anche il testo dell’inno della Repubblica di Moldova è stata scritta da Alexei Mateevici senza nominare questa lingua come quella romena, perché all’epoca era assolutamente proibito.

Tatiana Ciobanu ha introdotto il pubblico alla poesia di Ioan Găină, scrittore, poeta, museografo, paragonandolo in una certa misura ad Alexei Mateevici, sottolineando il fatto che l’elemento principale nella poesia di Ioan Găină è il “silenzio”.

Liuba Marian-Croitoru, la traduttrice del volume di poesie sopra menzionato, non si trova alla sua prima esperienza di traduzione, il primo volume tradotto essendo quello del poeta Leo Butnariu. Ha parlato di Alexei Mateevici citandolo con il suo nome di battesimo, Alexie.

Liuba Marian-Croitoru, la traduttrice del volume di poesie sopra menzionato, non è alla sua prima traduzione, il primo volume tradotto è quello del poeta Leo Butnariu. Ha parlato di Alexei Mateevici citandolo con il suo nome di battesimo, Alexie.

La traduttrice ha rivelato al pubblico di aver incontrato l’autore del volume “Rugiada nell’altare” durante i suoi anni universitari, durante le edizioni del Cenacolo letterario Ion Creangă fondato dallo stesso I. Găină.

Ha sottolineato il fatto che l’attività di Ioan Găină come promotore culturale non si fermano solo alla scrittura di poesie o articoli, ma è fondatore di riviste, cenacoli letterari, musei, tra cui anche il Museo “Alexei Mateevici”.

Liuba ha letto la poesia “Prega il poeta” nominando Ioan Găină “ascoltatore della parola di Dio”, terminando con la seguente citazione appartenente al poeta: “Ciò che la parola e il libro può fare, la tomba e la morte non può realizzare” (Ioan Găină)

Il presidente del Cenacolo di Roma, lo scrittore Valeriu Barbu, ha parlato dell’impressione lasciata dall’essenzializzazione di un salmo attraverso la poesia. “Noi scriviamo parole, Ioan Găină scrive parole vive” ha concluso V. Barbu il suo discorso.

Liuba Marian-Croitoru ha invitato alcune signore presenti tra il pubblico a leggere le poesie di Ioan Găină e ha detto che:

“l’autore porta la luce lì dove manca e toglie l’oscurità lì dove questa ha messo le sue radici “Ha anche mostrato al pubblico presente in sala la somiglianza fisica tra Alexei Mateevici e lo scrittore Ioan Găină, traendo la propria conclusione che “assomigliamo tutti al volto della lingua rumena”.

Infine, Eugenia Bojoga ha riprodotto per i presenti la poesia “La nostra lingua” (A. Mateevici) in versione popolare, e Liuba Marian-Croitoru ha offerto a tutti i presenti la versione italiana della stessa poesia, l’inno della Repubblica di Moldova.

Tra i tanti presenti in sala i membri dell’associazione di promozione socio-culturale Dacia (presidente Tatiana Ciobanu), i membri del Cenacolo di Roma, il Gruppo Folclorico Arțaraș e la nuovissima Associazione Unirea.

 


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