Domenica, 12 marzo 2023, nel Salone letterario della famiglia Ciobanu a Roma è stata presentata la plaquette bilingue della poetessa Annamaria Ferramosca che porta il titolo Verrà l’oceano (Va veni oceanul), contenente poesie tradotte da Eliza Macadan, Editura Cosmopoli, Bacau, 2023.
L’evento è stato coordinato dalla padrona di casa, Tatiana Ciobanu, sempre attenta a tutti i dettagli.
Annamaria Ferramosca è nata a Tricase (LE), vive e lavora a Roma. Per diversi anni è stata docente di letteratura italiana all’Università di Roma3, fa parte della redazione del portale Poesia2punto0. Ha vinto il Premio “Guido Gozzano” ed è stata finalista ai Premi “Camaiore”, “LericiPea”, “Pascoli” e “Lorenzo Montano”.
Le sue poesie sono incluse in numerose antologie. Tra i suoi volumi di poesia ricordiamo Curve di livello (Marsilio, 2006), Ciclica (La Vita Felice, 2014), Andare per salti (Arcipelago Itaca, 2017), Per segni accesi (Ladolfi, 2021).
La sua voce registrata è presente nell’Archivio delle Voci dei Poeti, Multimedia, Firenze. I suoi testi sono stati tradotti in inglese, francese, tedesco, greco, albanese, russo e rumeno.
L’evento è stato aperto dal collegamento multimediale con il poeta romeno Gheorghe Vidican (Oradea), le cui poesie sono state riarrangiate in italiano dalla poetessa A. Ferramosca.
“Un monumento della poesia” dice G. Vidican, riferendosi alla poetessa Ferramosca, la biologa che ha dedicato la sua vita alla poesia. “Un percorso poetico speciale, le poesie di Annamaria Ferramosca” continua a sottolineare il poeta Vidican, e A. Ferramosca risponde a proposito della poesia del poeta di Oradea che è “una fonte fertile di suggestioni”.
Al termine del collegamento, il poeta romeno ha lanciato un invito poetico alla poetessa protagonista, che ha risposto ringraziandolo calorosamente per questo “ponte poetico costruito tra l’Italia e la Romania”.
La conduttrice dell’evento, la signora Tatiana Ciobanu, sottolinea che non è necessario riattraversare il passaggio di Annamaria Ferramosca, perché lei è una “dispensatrice di pane e di parola”, che veglia sulla lingua e sulla storia per impedire la scomparsa della civiltà, come ci mostra nella poesia “Noi etruschi”.
In risposta alla toccante introduzione, A. Ferramosca ringrazia “i luoghi senza mainstream, i luoghi privilegiati, come questo luogo, questo circolo letterario dove tutti possono essere poeti. Se ascoltata, la poesia può essere riconosciuta come tale e questo sta in ognuno di noi. La poesia scorre come un fiume, tocca tutti.”
“Dovrebbe essere offerta in forma anonima per permettere al poeta di liberarsi del suo ego, così nessun discorso editoriale avrebbe senso. La cosa più importante è che la poesia muova l’umanità in modo che queste persone di adesso diventino importanti per le generazioni future”.
La poetessa porta in primo piano la storia di un’anziana donna sarda che, attraverso la sua saggezza, rivela le tre caratteristiche di una poesia. Per riconoscere una poesia, il testo proposto deve essere magnetico, deve attirare e tenere fissa l’attenzione dell’ascoltatore, deve continuare a trasmettere il significato e deve suscitare il desiderio di memorizzarlo tutto o almeno in parte.
Il valore della poesia si vedrà nel tempo e, quindi, non c’è bisogno di questo atteggiamento di “diventare qualcuno”, atteggiamento presente anche nei giovani poeti e continua sostenendo che la poesia è una proposta all’ascoltatore e, come tale, non va spiegata. La poesia nasce libera. Lo scrittore Valeriu Barbu interviene con l’affermazione: “Il poeta non deve scusarsi, non deve giustificarsi per la sua poesia!”.
Dal dialogo tra Tatiana Ciobanu e la poetessa Ferramosca emerge chiaramente il fatto che l’evoluzione umana non è frutto di guerre o di indifferenza e che solo i periodi di pace hanno portato a un’accelerazione evolutiva. Sono state recitate le poesie “Una lingua silenzio” e “Al capolinea”, tradotte in rumeno dalla dott.ssa Tatiana Ciobanu.
È seguito un breve dibattito sulla critica poetica e sulla mancanza di materiale attuale necessario alla critica della poesia italiana, condotto dallo scrittore e critico letterario Armando Santarelli e dalla poetessa protagonista di questo ricco pomeriggio letterario.
La poesia di Annamaria Ferramosca tocca tutti gli angoli sensibili della vita, anche quelli che riguardano una realtà futura o forse non così tanto futura.
L’intelligenza artificiale e la sua implementazione in tutti gli ambiti della vita impone, dal punto di vista della giornalista Donatella Papi, una sfida tra l’essere umano e il robot, ma sottolinea la sua percezione della poesia, quel fil rouge che ci aiuta a respirare, che offre aria a chi ne sente la mancanza. “Vogliono uccidere le parole, allora creiamo corridoi umanitari di parole”, continua Donatella Papi.
“… ecco lo sento fibrillare nel petto/ quel canto sciamano un filo invisibile/ lega i viventi a terra e cielo/ appartiene allo spirito delle acque/ tutto ciò che scorre sacro è il flusso/ del fiume così di linfa e sangue” ci dice la poetessa nella poesia Prima dell’ultimo buio, per poi richiamare la nostra attenzione sulla propria inquietudine: “Voglio abitare la mia tecnocittà/ fiera di nuovissimi assetti e pure inquieta/ saranno innocui gli oggetti che comunicano? / le tecnopareti sensibili ai richiami?”.
La giornalista spiega che Annamaria Ferramosca è diventata un “fenomeno” perché attraversa molti circoli letterari, raggiunge molte persone. “Attraverso la Ferramosca la parola acquista una forza nuova, raggiungendo attraverso la poesia, cercando chi ne ha bisogno. In questa poesia c’è una grande possibilità di acquisire forza”. La sensibilità, le percezioni e le previsioni di Annamaria Ferramosca portano a un nuovo movimento di solidarietà”.
Altre poesie incluse nel libro oggetto della presentazione sono state recitate dai presenti in sala, tra cui la poetessa Lidia Popa che, conoscendo da tempo l’autrice, l’ha mostrata ai presenti come “l’impronta Ferramosca”: “Lo stile della poetessa si adatta a questi tempi opprimenti, abbiamo bisogno di questi versi che ci svegliano e non ci lasciano andare alla deriva”. Nella poesia “Dalla fossa dei migranti” Lidia riflette l’alienazione che i migranti provano nei posti lontani dalle terre natie.
“Dalla fossa dei migranti. Continuo a correre trasognato/ come nelle migrazioni delle mandrie/ obbedisco all’istinto/ non guardo più indietro/ il villaggio i fuochi le ombre lunghe/ i miei vecchi con me porto indicibili/ i loro occhi del commiato…”
Questo evento è stato speciale per il calore emanato dai padroni di casa, dagli ospiti, dagli ascoltatori, dalla poesia in generale e dall’immancabile colac caldo, profumato di vaniglia e latte, preparato da Tatiana Ciobanu.
Come racconta lei stessa, la conduttrice del pomeriggio letterario, ritrova nei bambini della poesia di Annamaria Ferramosca una sorta di legame speciale che ha reso duratura l’amicizia tra le due:
“Credo che questi bambini nella poesia di Annamaria Ferramosca siano portatori di una coscienza superiore per l’umanità, voci che la poetessa, come un’interprete luminosa e amorevole della voce di quell’Anima Mundi, cerca disperatamente di salvare e di espandere”. (Tatiana Ciobanu)
Sono colma di gratitudine per questo dono di Roxana Lazar, che ha ripercorso con grande empatia e riportandone anche i dettagli, il denso pomeriggio da me trascorso insieme a tanti amici romeni e italiani, nell’accoglientissima casa-salotto letterario di Tatiana Ciobanu. Mi sono convinta che questo di Tatiana non è un comune salotto puramente letterario, ma un luogo dove la creatività può nello scambio diventare fermento per accrescere quel profondo senso dell’umano che sembra star sfuggendo dal pensiero e dai comportamenti dell’oggi.
E sono grata a tutti i partecipanti per avermi dato, tramite la loro poesia interiore, ancora speranza nel futuro.
Per me è stato un piacere immenso partecipare a questa giornata meravigliosa e ringrazio nuovamente per l’invito. Per quel che riguarda Tatiana Ciobanu e la sua meravigliosa famiglia, è risaputo che tutto quello che succede lì è assolutamente libero, naturale, senza costrizioni. L’empatia nata tra di noi sta dando i frutti attesi e, nel nostro piccolo. riusciamo a unire tante anime e a far gioire le persone. Quello di casa Ciobanu è un posto magico!
Grazie per la tua attenta lettura e per il tempo che ci hai dedicato.