MEDINA ROMA ARTE – INCONTRO CULTURALE – DIAMANTE di Mărioara Vișan

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Domenica, 20 ottobre 2019, alle ore 15.00, nell’ambiente della galleria Medina Arte a Roma ha avuto luogo un importante incontro culturale a cura dell’Associazione “Cenaclul de la Roma”, la federazione F.O.R.I. e dell’Associazione “Universul Prieteniei”.

Nel corso del pomeriggio, grazie a Valeriu Barbu, il moderatore dell’incontro, sono stati presentati diversi libri d’autore, ma anche un’antologia di poesie.

Dopo la breve introduzione da parte del moderatore, si è passato alla presentazione del primo libro, quello di Mărioara Vișan, Diamante, edizione bilingue romeno-italiana, edito dalla casa editrice Rediviva.

In seguito ai ringraziamenti dell’autore, l’incontro è stato caratterizzato dai momenti di lettura e presentazione del libro, comminciando con la relatrice Alina Monica Turlea, seguita dai relatori Lidia Popa e Giuseppe Tacconelli. Poi, Andrei Paiu ha coinvolto il pubblico, particolarmente attento, con il suono emozionante del suo violino.

Poi si è passato alla presentazione di un altro volume di poesie, quello di Daniel Corbu, La lezione d’abisso, edizione bilingue, edito dalla stessa casa editrice Rediviva. La presentazione di questo volume, in assenza dell’autore, è avvenuta grazie ai relatori Lidia Popa e Giuseppe Tacconelli. Andrei Paiu, di nuovo, con le corde del suo violino ha portato i suoni della musica al di là dell’umano da far sembrare il violino quello di un angelo.

Il moderatore Valeriu Barbu ha parlato anche del libro di Rodica Rodeanu, Taifas cu prietenii, un momento seguito dalla presentazione dell’ultimo libro in programma, Accordi lirici romeni, un’antologia di poesia romena, la lettura di alcune poesie ha creato piccoli momenti veramente emozionanti.

Ricordiamo alcuni partecipanti all’antologia, presenti all’evento, che hanno recitato alcune loro poesie: Mărioara Vișan, Lăcrămioara Niță, Daniela Mihăieș, Lidia Popa, Valeriu  Barbu.

Ha concluso l’incontro Giusy Matalliano, pittrice, presentando la mostra di alcune opere sue e delle pittrici Elena Lisa e Silvana Roberto, mostra che ha corredato l’intero evento “Autunno lirico romeno-italiano”, giunto a Roma alla seconda edizione e a Torino alla quarta.

Presentiamo alcune riflessioni della relatrice Alina Monica Turlea sul libro di Mărioara Vișan, Diamante:

“Mărioara Vișan è una poetessa che, come lei stessa lo dice nella poesia “Il vestito della parola”, “giorno per giorno cuce le lettere l’una con l’altra”. La poesia di Marioara è un dono di sé incondizionato, ma è anche un eikòna, come dicevano gli antichi greci, cioè un ritratto del mondo in cui, dice l’autrice: “spente sono le luci dei nostri occhi” e “dove tutti vogliono aver il ruolo principale”, in un mondo fatto di illusioni.

Le parole semplici delle sue poesie di uso normale, quotidiano, Mărioara Vișan le trasforma in parole magiche capaci di creare un’alchimia, un legame forte tra se e i suoi lettori.

Lo scorrere del tempo, così precipitoso e inesorabile, nella poesia di Marioara evoca la vita nel suo percorso verso il nulla. In “Momento di magia”, il tempo è irrecuperabile. Le lancette dell’orologio “se ne vanno pazze” dice l’autrice. E forse per questo che le proprietà quantitative e qualitative del tempo non vanno sprecate.

Il poeta scende nelle “viscere” della propria anima, si interoga sul tempo, su un tempo infinito che ritorna su se stesso compreso anche da coloro che badano allo scorrere dei secondi. Solo loro “diventerano immortali nel dipinto dove sta tutta l’esistenza”, ci dice l’autrice in “Momento di magia”.

Leggendo la poesia di Marioara mi sono trovata di fronte a temi eterni, come il tempo, la vita come palcoscenico, temi che portano a delle riflessioni, dove Mărioara Vișan trova nuovi modi per poetare. Poiché la poesia non emargina, ma accoglie, non frammenta, distrugge o separa, ma unisce, poiché la poesia non ha confini e bandiera, né fili spinati.

Ed è proprio nelle pieghe della poesia che la parola di Mărioara Vișan si pregna di significato, e così la sua poesia diventa specchio dell’animo del poeta stesso. E se oggi siamo qui, con gioia intorno a Mărioara Vișan è perché mi piace credere che ci sia veramente una parentela tra anime sensibili, che quando si incontrano si riconoscono.

E se oggi dall’emozione siamo commossi per la nostra amica Marioara è anche perché intendiamo la vita non solo come quotidianità, ma soprattutto per la sua forma più pura attraverso le vibrazioni emotive e la sua bellezza.

Direi che il poeta è un mago, perché, quando la sua poesia trova spazio e voce, dunque, funziona come succede con gli incantessimi, ha un forte effetto: “c’è solo il colore dell’infinito in un calamaio da cui Dio attinge per scrivere storie per l’eternità”, leggiamo in “Il colore dell’infinito”. La poesia di Mărioara Vișan è un movimento che attraversa il lettore e per movimento intendo “emozione” che nasce da “moto”.

Ecco, la poesia è quel moto che nasce dall’essere del poeta. Ed è il caso anche di Marioara. Ciò che fa la poetessa Mărioara Vișan è proprio quello di mettere in relazione la propria emozione, il proprio moto con la parola che usa. La sua poesia condensa l’espressione, ricompone il tempo per chi la ascolta con il cuore.

L’autrice è ancora alla ricerca di se stessa, del “destino che lei non conosce più, né quello che era , né quello che avrebbe voluto essere” ci si confida in “Bruciata dal ricordo” Marioara. I nuovi percorsi dell’autrice fanno spazio e la conducono a porsi delle domande, a ripensarsi in vesti diverse: ”Cosa ho scritto quando ho cominciato?” si chiede in “Ho dimenticato quello che ho scritto”.

La lirica di M. Visan stabilisce o meglio ristabilisce un rapporto con la lontananza, con ciò che si è perduto nella memoria di un passato irrecuperabile – e qui vi invito a leggere la poesia “Danza di Sânziene”. La poesia di Mărioara Vișan non è strettamente un esercizio di stile, ma è un richiamo potente su qualcosa che chiede di essere visto, ascoltato e soprattutto compreso.

La poesia che leggiamo fa scuottere qualcosa dentro di noi, ma che non riusciamo molte volte ad esprimere in maniera compiuta. Ecco la poesia di Marioara. In questa maniera la poesia è un luogo in cui ci ritorniamo, che ci aiuta a rispondere a delle domande come: qual è il mio posto nel mondo? Qual è il mio compito? E se la poesia diventa per chi la legge, la cerca, una necessità di “sfamare” le risposte a tutte le domande, allora siete dei veri amanti della poesia.

Per concludere vorrei inoltre dire che Mărioara Vișan ha una vera energia che spinge la sua mano a creare poesia, poiché nella poesia di questa poetessa non ci interessa ammirare una cosidetta tecnica nello scrivere, ma ciò che ci interessa è sentire nelle sue parole l’evocazione di uno stato di cose.

Ciò  che mi interessa come lettore è che le parole del poeta mi riconducano a qualcosa con cui io mi possa identificare, a un qualcosa che so, ma che, ci credete oppure no, non ricordavo più di sapere.

La poesia è un bene comune, da condividere come il pane, come la gioia. Non in vano la parola “compagno” viene etimologicamente da cum-panem – cioè “chi condivide lo stesso pane”. Ed ecco, noi oggi, tutti insieme convidiamo il nostro pane – cioè la poesia. Foto: Constantin Sorici

 


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