L’integrazione è una questione non solo delicata, ma anche complessa. Da un lato, riguarda la società che riceve integrazione, dall’altra al soggetto stesso. L’integrazione presuppone per prima cosa la legalità, poi il lavoro, la casa, la famiglia, gli amici, le relazioni iniziando dai datori di lavoro e i colleghi, persone con cui si interagisce, fino ai bisogni urgenti, finendo con i passanti sui marciapiedi.
Possiamo affermare senza esagerare che i romeni in Italia sono, tra altri popoli di migranti in Italia, i migliori integrati. Sosteniamo questo con diverse prove: i romeni sono europei, ma ancora più importante, provengono da una cultura europea e dalle religioni europee, capaci di lavorare sodo e anche di imparare velocemente e …sono molto rispettosi. La lingua romena e italiana hanno molte somiglianze, entrambe provenienti latino.
Se i mass-media, fedeli agli interessi politici o altro, l’immagine del romeno l’ha trasformata in un mostro, fortunatamente non tutti gli italiani si sono lasciati influenzati e cosi hanno consentito e facilitato l’integrazione di molti romeni dando loro un lavoro o una casa in affitto.
L’integrazione è una questione puramente individuale. Le istituzioni non facilitano l’integrazione di nessuno e chi pretende questo significa che spreca denaro pubblico invano, ma potrebbe dare ai migranti un po’ di leva necessaria, spendendo questo “denaro” nel …cuore… !, cambiando di più certi atteggiamenti.
L’autostima è il primo passo. Rispetto per il paese di origine e la cultura nazionale. Questi sono gli elementi di base che aiutano le persone nel rispettare gli altri individui e le loro culture. Un uomo senza identità e autostima non completerà il proprio processo di integrazione in nessun luogo, nemmeno nella casa dei propri genitori.
L’educazione è un altro elemento vitale. Le statistiche mostrano chiaramente che in gran parte il mondo del crimine e, in particolare, quello che riguarda gli atti violenti, appartengono a una categoria di persone con una bassa scolarizzazione, al massimo scuola media. Oltretutto l’educazione significa anche avere un mestiere …
Lo spazio associativo comunitario non può integrare una persona ma può fornire supporto e, soprattutto, i modelli da seguire.
L’interculturalità e la vera amicizia tra gli italiani e la comunità romena non sono al livello atteso da entrambe le parti. Questo perché le politiche seguite nel tempo hanno mirato solo allo sfruttamento dei migranti romeni marciando anche sull’umiliazione, a volte per renderli avviliti e sottomessi. Non esiste una vera competizione per il lavoro o la creazione, perché i migranti non sono nemmeno ammessi ai concorsi! Loro devono svolgere spesso i lavori non graditi dagli italiani! Il principio di competenza funziona nel mondo solo per pochissimi popoli, dei quali, sfortunatamente, né l’Italia né la Romania non fanno parte.
L’integrazione implica un viaggio iniziatico con l’apprendimento delle lingue, dei costumi e delle usanze, l’adattamento al cibo locale, la conoscenza dello spazio e la scoperta dei valori del nuovo paese.
Nonostante le sofferenze con cui sono abituati, passo dopo passo i romeni si sentono a proprio agio ed è stato spesso molto facile relazionarsi specie se hanno trovato un lavoro che sapevano svolgere e sono stati apprezzati.
L’integrazione implica in qualche modo anche uno sradicamento e nella prospettiva di tornare al paese d’origine si dovrà passare di nuovo attraverso un percorso di integrazione anche nel proprio paese! Qui è giustamente considerato uno straniero, ma la parte dolorosa è che anche nel proprio paese è considerato tale!
Costruisce un microuniverso romeno qui o inizia a negare i propri valori, prendendo in prestito quelli del paese ospitante. Fine prima parte…
Nella prossima edizione vi forniremo anche figure, cifre, casi e altro ancora …
Nel frattempo leggi anche i romeni in Italia