IL PICCOLO PARADISO – le riflessioni di Elena Agapi

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Non è finita la Quaresima per qui lasciamoci che ci tocca un po’ il Divino: IL PICCOLO PARADISO. E’ giovedì pomeriggio, sono nell’ospedale Pertini di Roma, proprio nella chiesa S. Elia e sto aspettando che iniziano le lezioni del corso che sto frequentando, un corso per preparare qualificati volontari per i malati.

Da quando ho cominciato questo corso settimanale e arrivando sempre molto in anticipo, vi confesso che, dal primo giorno di “attesa” dentro questa piccola chiesa, io ho provato una profonda pace divina. Nell’abside cattolica ho notato la presenza di due icone ortodosse: a destra Gesù Cristo e a sinistra la Madonna col Gesù Bambino.

Nell’interno della chiesina, come arredo, è dominante il legno che crea un ambiente di calda accoglienza e, in quel silenzio totale, da qualche angoletto, arriva soffusa una musica classica, facendo che l’ambiente sia anche tranquillizzante…

In pratica, la combinazione del Divino e l’arte (della musica) fa immergere la mente e il cuore in rilassamento … In quell’ora, non ci sta mai nessuno, solo a volte passa qualche pacienta, prega per breve tempo e poi se ne va.

Arrivando in anticipo, sto assaporando momenti di riflessione e meditazioni sulla mia vita, sul passato, sul presente, dell’umanità e …molto, molto al lavoro del Creatore del quale anch’io sono un frutto.

Silenzio totale… Non respiro, non emetto un sospiro… C’è soltanto il mio pensiero e nient’altro… In pratica qui, nella Santa Chiesina, adesso, ci sta soltanto Dio, la musica in sordina ed io… Mi sembra di essere il centro dell’universo!

O! Signore, quanta divinità posso sentire, galleggio proprio! Vorrei non andarmene mai più! Stacco gli occhi dall’altare, dall’abside e, sullo stesso sfondo musicale, guardo le immagini sui vetri della chiesa; ogni finestra ha un ritratto che ti parla… li sento, sono le parole di Dio, tutto è rappresentato con l’aiuto dei colori della gioia e… Ti sento… “Io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato; ero nudo e mi avete vestito; ero malato e mi avete visitato; sono stato carcerato e siete venuti a trovarmi…!!!”

Sì, Signore, Ti sento…! Solo guardando quelle sei meravigliose immagini… Ti sento come parli e sento anche… il Tuo cuore, sì, lo sento nel mio petto…!!!

Dio è dentro di ognuno di noi! Oggi, adesso, qui, sento la Sua presenza e sullo sfondo musicale, che appena lo distingui e davanti all’altare, mi succede il miracolo più profondo che ho mai provato!

Adesso, non m’importa più niente… sono qui, dentro il Paradiso e non voglio abbandonarlo più! Ma, sono qui per un altro motivo, può darsi che sono per una missione… e guardando di nuovo le finestre, comprendo tutto: ecco il motivo!

Contemporaneamente il cuore pulsa di gioia, mi sento come una bimba e mi vergogno; ma forse è la felicità! Oh sì, è la felicità che scopro dentro di me e, praticamente, in tutti quanti, scopro Gesù, il Signore che sta dentro di me, in empatia con lo stesso Dio che sta dentro di tutti e poi la musica, nodo, sto sognando, il sogno… la Divinità.

Se dovesse aspettare qualcuno fuori, in qualsiasi posto, ansiosa batterei la cadenza con il piede, ma qui, in mezzo al “Piccolo Paradiso” vorrei che il tempo durasse all’infinito… Però, non sarà mai cosi… Perché tra poco la Chiesetta sarà piena dei corsisti e occorre rientrare nel ritmo della vita.

Non fa niente, perché questo è il motivo della mia presenza qui. Godo gli ultimi momenti di silenzio e… cosa sento? Sento un trillo di uccellini che arriva dalle finestre, un trillo della primavera, il trillo delle anime immacolate, senza peccati… Galleggio ancora un po’ e mi godo ancora il miracolo aggiunto del trillo delle tortorelle!

O! Dio, Tu soltanto, Tu sei perfetto! In mente comincia una canzone ortodossa: “Qualora in Cristo vi siate battezzati/ Proprio in Cristo vi siete vestiti/…” Sì, con Cristo accanto, attraversiamo la vita! Tutto ciò che ha Lui è nostro e tutto ciò che abbiamo noi è Suo.

Giovedì prossimo ritornerò e arriverò sempre in anticipo e vi confesso che lo farò con la più grande gioia così come lo faccio da sette settimane.

Un umile pensiero da Elena Agapi.


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